Oggi tutti vogliono vendere foto ed essere più visibili.
Tutti…
E di certo anche tu che stai leggendo.
Proseguendo quindi nella lettura scoprirai:
- Qual è la piattaforma migliore dove vendere le tue foto (la riposta ti scioccherà)
- Perchè gli Americani hanno coniato il termine di photopreneur per identificare i fotografi moderni… e come tu stesso puoi diventarlo già da domani stesso
- Che cosa può DAVVERO insegnarti sul mercato fotografico odierno una geniale app di viaggio pensata solo per fotografi
Ma prima…
… vediamo un po’ di che trappola micidiale stiamo parlando, e come puoi evitarla.

La trappola peggiore di tutte…
… nasce in realtà da una semplice domanda: qual è la piattaforma migliore dove vendere le mie foto?
Ma è una domanda sbagliata, che non centra il problema e ti allontana dalla VERA soluzione.
Vediamo perchè.
In giro leggo vagonate di articoli su come usare al meglio YouTube, Facebook, Instagram per promuovere i tuoi scatti e i tuoi lavori.
Come avere più fan su Facebook.
Quanti post devi condividere ogni giorno sui social network per avere più visibilità. Il formato perfetto. Il titolo accattivante.
Forum e gruppi di discussione in cui ci s’interroga all’infinito sui migliori siti per vendere foto.
E per chi invece è già un professionista da tempo e può permettersi magari di investire in annunci a pagamento, sento dibattere se sia meglio usare la pubblicità su Google o pagare qualche esperto SEO per posizionare il proprio sito fotografico nei primi posti delle ricerche.
Per non parlare poi di chi vede l’apertura di un blog come uno straordinario amplificatore di visibilità e contatti.
O di chi magari sceglie di vendere direttamente sui grandi marketplace internazionali o su piattaforme ibride come 500PX e Flickr.
Cosa è meglio? Questo o quello?
Dove vendi di più tu? Lì o qui?
E per chi è proprio all’inizio della sua avventura nel mercato fotografico moderno e fatica ancora a capire come diventare fotografo e avere successo senza vendere l’anima al diavolo…
… le domande e i dubbi sono ancora più devastanti: meglio vendere fotografie online o vendere tramite sessioni dal vivo?
E se puoi il tuo obiettivo è di vendere fotografie artistiche… apriti cielo.
Meglio vendere su fineartmerica o tentate la tortuosa strada delle gallerie su strada e delle fiere internazionali… magari appoggiandosi a un bravo agente?
Ora… voglio essere chiaro con te.
Il problema non è che tutte queste strategie siano di per se stesse sbagliate. Anzi… alcune possono davvero fare la differenza per l’attività di un fotografo moderno, se applicate nel modo giusto.
Il problema vero è che tutti questi sono SOLO dei mezzi.
E il mezzo (lo dice la parola stessa) è al servizio del suo utilizzatore per raggiungere uno scopo ben preciso.
E lo scopo è appunto quello di vendere foto, aumentare clienti, raggiungere più visibilità… non trovare la piattaforma magica che in un sol colpo risolve tutti i tuoi problemi.

Le 3 domande che (invece) devi SEMPRE farti
Parliamoci chiaro: se ti leghi al mezzo finisci col culo per terra.
Prima o poi accade così.
Garantito.
E accade questo semplicemente perchè – se domani le piattaforme di microstock, Google, Instagram, 500Px, Facebook, e compagnia cantando cambiano le regole del gioco in corsa – chi avrà puntato tutto su questa o quella piattaforma rimarrà scottato.

Il punto è che il problema sta a monte.
Prima di decidere, infatti, quale sia la piattaforma migliore dove vendere le tue foto e quali strategie promozionali adottare per guadagnare di più e ottenere maggiore visibilità, devi rispondere a queste 3 semplici domande:
- Chi sono quei clienti DAVVERO disposti a comprare le tue foto?
- A cosa sono più sensibili e che tipo di problemi puoi risolvere loro con il tuo lavoro?
- Dove si riuniscono e come puoi raggiungerli?
Stop.
Se salti questo passaggio, continuerai a postare inutilmente le tue foto sui social network o ad investire valanghe di soldi in pubblicità facendo sconti selvaggi nella speranza di accaparrarti clienti, lavori, apprezzamenti.
Nel libro The Impact Equation che ho letto recentemente – già il sottotitolo è tutto un programma: stai facendo realmente accadere le cose… o stai facendo solo rumore? – il messaggio di fondo è questo:

La maggior parte di noi fotografi, invece, dà importanza a quelle che vengono chiamate le cosiddette Vanity Urls, ossia quelle metriche che misurano la nostra vanità e riempiono il nostro ego…
… ma non certo il nostro portafoglio.
Per dirla in altri termini:
- Avere una pagina Facebook con 10.000 fans non farà di te un fotografo ricco e di successo se l’audience che hai costruito intorno ai tuoi scatti non è REATTIVA.
- Avere un sito web sbriluccicante pieno di effetti speciali non farà di te un fotografo sommerso da richieste di preventivi se poi non hai un sistema per restare in contatto con i visitatori del sito (email-marketing) che ti permette di educare i tuoi potenziali clienti attraverso sequenze di mail “scritte” AD HOC.
- Pagare fior di soldini per far apparire i tuoi annunci sulla prima pagina di Google non ti renderà più appetibile di altri fotografi se il tuo messaggio non cattura la giusta audience e il giusto pubblico.
Ma per capire meglio l’equazione dell’impatto (e quindi in che modo questa possa essere oggi applicata anche al mercato e al mondo della fotografia), ti farò un esempio che ormai è sotto gli occhi di tutti.
Il mondo delle Startup.

Già, perchè anche tu… nel tuo piccolo… puoi essere una Startup, se lo vuoi.
Luca ma sei scemo?
Io una Startup???
E mica sono alla ricerca di investitori…
Mica voglio cambiare le abitudini dei consumatori con i miei scatti!
Aspetta un attimo.
Cerchiamo prima di capire meglio come, e perchè, le Startup abbiano rivoluzionato il nostro modo di vivere la quotidianità e le nostre abitudini.
Fatto questo, ti spiegherò esattamente cosa intendo dire quando ti consiglio di trasformarti in una piccola Startup.
…
…
…
Fotografia e Startup: la chiave per il tuo successo a lungo termine
Riducendo tutto all’osso… in fondo in fondo… cosa fa davvero una Startup?
- Prima individua le esigenze e i bisogni (spesso latenti) di una certa categoria di consumatori.
- Poi si connette a tali consumatori attraverso un interfaccia e un supporto fisico (app).
- Infine risolve e/o semplifica un loro specifico problema, spesso velocizzando alcuni processi.
Pensa ad Uber.
Alla stessa Google.
A WhatsApp.
La Startup oggi rappresenta l’anello di congiunzione tra il problema e la soluzione. Tra produttore e consumatore.
Bene: ora pensa alla fotografia moderna.
La domanda è: come può la fotografia – ossia un bene da sempre associato alla creatività e agli aspetti meno razionali dell’essere umano – risolvere i problemi REALI o soddisfare le esigenze CONCRETE delle persone, e cioè andare ben oltre il semplice appagamento estetico che si prova di fronte a una foto eccezionale?
È proprio questo il punto (e tra breve ti farò qualche esempio).
Quando nel corso delle mie consulenze chiedo ai fotografi di risolvere problemi e soddisfare bisogni, mi guardano spesso e volentieri come se gli avessi appena chiesto di saltare sopra un razzo e farsi un giretto sulla Luna.
Ma li capisco.
Eccome se li capisco.
Del resto ci hanno sempre insegnato che l’arte è un bene voluttuario (e anche se non ce l’hanno insegnato… è così che ragiona la maggior parte delle persone).
Quindi come diavolo è possibile associare un bisogno concreto, specifico, urgente… a un bene come la fotografia che tutto è tranne che di largo consumo o di prima necessità?
Semplice:
- Devi conoscere bene il tipo di mercato in cui operi
- Devi saper ascoltare i bisogni e i desideri dei tuoi clienti potenziali
- Devi usare le immagini per rispondere ai VERI problemi del tuo pubblico, e non dare al tuo pubblico quello che TU pensi possa servire loro.
Se farai questo, allora fidati che non avrai più alcuna difficoltà a trovare clienti giusti e guadagnare bene grazie ai tuoi scatti.
Al contrario, se ti limiterai a pensare di poter creare un’attività di successo (o anche solo vendere qualche foto in più) basando TUTTO sul gusto estetico del tuo pubblico o sulla bellezza/professionalità di un servizio fotografico…
… starai sempre lì a combattere con la saturazione del mercato, la guerra dei prezzi al ribasso, e a cercare di capire quale sia piattaforma magica dove vendere le tue foto.

E se anche dessimo retta SOLO ai nostri parametri “estetici”… in giro l’offerta di buone fotografie a prezzi stracciati è talmente vasta che finiremmo col comprare a pochi spiccioli immagini che un tempo avremmo pagato centinaia di euro e più.
Luca ma cosa dici!
Io non ragiono mica così!
Io spenderei anche migliaia di euro per una singola foto, se ne avessi la possibilità e fosse per me importante!
Esatto.
Hai perfettamente ragione.
Anch’io la penso come te, e fortunatamente ho già in casa una piccola collezione fotografica non proprio da due soldi…
Anch’io, come te, non ragiono come la maggior parte della gente là fuori…
Ma il nostri clienti sì.
Loro ragionano ESATTAMENTE così.
Ed è a LORO che dobbiamo vendere le nostre foto. Non dobbiamo mica vendercele tra di noi… o sbaglio?
La verità è che come fotografi abbiamo bisogno di qualcos’altro per vendere i nostri scatti.
Abbiamo bisogno di altre motivazioni da dare alle persone.
Il TUO pubblico e i TUOI futuri clienti hanno bisogno di ALTRE motivazioni.
E se impari a riconoscerle, queste motivazioni, non dovrai far altro che soddisfarle.
Da quel momento in poi… credimi, avrai edificato la tua attività su delle fondamenta indistruttibili, e il problema della piattaforma migliore a cui affidare la promozione dei tuoi lavori si trasformerà in una piacevole strategia.
Gli americani recentemente hanno coniato un nuovo termine per i fotografi moderni.
Li chiamano photopreneur.
Sai cosa significa?
L’unione di due termini abbreviati: photographer e entrepreneur (imprenditore).
Mai definizione fu più azzeccata.
Le imprese e gli imprenditori esistono perchè da sempre RISOLVONO problemi assecondando le esigenze e le richieste del mercato.
Se un’impresa non serve il mercato, fallisce.
Allo stesso modo, se ti abituerai a ri-pensare la tua attività di fotografo come ad un creativo che grazie alle sue immagini incontra i desideri del suo pubblico e soddisfa le VERE esigenze dei suoi clienti…
… non avrai più bisogno di preoccuparti della saturazione del mercato, della concorrenza agguerrita, e della competizione che sembra non finire mai in giro per il web.
Mentre tutti gli altri fotografi continueranno a preoccuparsi dello scatto migliore da postare sul loro sito…
Mentre tutta la guerra invisibile là fuori si continuerà a combattere a colpi di filtri, luci, fotocamere spaziali e super effetti speciali…
Tu zitto zitto continuerai ad accumulare clienti e lavori semplicemente perchè avrai deciso di volare molto più basso.
Perchè avrai pensato prima alle persone, e solo dopo alle tue foto.
Come vendere foto risolvendo problemi: il photopreneur
Vediamo subito alcuni esempi concreti di come oggi un fotografo può comportarsi da piccola Startup e risolvere problemi REALI del suo mercato senza perdere di vista la sua irrinunciabile vena creativa.
E se là fuori ci fossero tante donne in “sovrappeso” disposte a spendere soldi veri per un servizo boudoir ma nel profondo si sentono intimidite nel rivolgersi a un fotografo perchè in genere i portfoli che girano sul web sono pieni di donne belle, sorridenti, e magre? Come potresti tu intercettare questa domanda latente e inconsapevole che proviene da una LARGA parte dell’universo femminile?
E se impostassi sul tuo sito web un tipo di comunicazione mirata a catturare le attenzioni proprio di questa categoria di consumatrici e clienti?
E se con il tuo brand fotografico riuscissi ad abbattere la loro diffidenza e venire incontro a quel bisogno intimo di sentirsi più giovani e attraenti di fronte all’obiettivo (tutte le donne “desiderano” inconsciamente questo)?
Avresti soddisfatto o no un GROSSO desiderio inespresso che magari si portano dietro da tanto tempo?
E se creassi un brand fotografico esclusivamente rivolto agli imprenditori online… oggi più che mai interessati a veicolare la propria immagine sui social media come strumento di promozione e affermazione professionale?
E se la tua visione creativa fosse al servizio degli imprenditori online, aiutandoli a costruire un mondo “visivo” intorno alla loro figura professionale sul web?
Gli avresti risolto o no un GROSSO problema?
E se le tue foto aiutassero chi deve vendere un immobile ad aumentare il numero di acquirenti interessati alla casa… gli avresti risolto o no un GROSSO problema?
In tutti e 3 questi esempi avresti agito nè più nè meno come una piccola Startup Fotografica al servizio delle vere esigenze e dei veri bisogni del tuo mercato.
Pensaci.
In fondo anche i fotografi di matrimonio risolvono, da sempre, un GROSSO problema ai loro clienti. E non c’è mica bisogno che te lo spieghi…
Insomma, di esempi se ne potrebbero fare moltissimi… ma credo che tu abbia afferrato il concetto!
Tuttavia voglio lasciarti con un ultimo caso studio.
Stavolta parliamo di una giovane Startup che si rivolge proprio ai noi fotografi e che – nel suo piccolo – risolve una specifica esigenza/desiderio che da sempre abbiamo.
Curioso di sapere quale?
Continua a leggere…

Fripito: una piccola rivoluzione per i fotografi di viaggio
Ogni fotografo, prima di essere tale, è soprattutto un viaggiatore.
Probabilmente non esisterebbe la fotografia se non esistesse il concetto di viaggio.
Togli ai fotografi la possibilità di viaggiare e li uccidi.
Garantito.
Ecco perchè da sempre il genere della fotografia di viaggio è la specializzazione largamente più diffusa nel mondo, ma… proprio per questo… anche una delle più difficili da monetizzare.
E così arriva Fripito.
Ne ho sentito parlare per la prima volta quest’estate mentre ero in vacanza a New York (ma quant’è bella???) da un amico fotografo che non vedevo da tempo.
Ricordo che eravamo seduti ai tavolini di un locale di Soho quando il mio amico ha tirato fuori il suo cellulare e mi ha mostrato questa app.
Fripito è un progetto globale lanciato a novembre 2014 al PhotoPlus Expo di New York.
Nell’agosto 2014 un investitore privato specializzato nello sviluppo di applicazioni per la distribuzione e la vendita di contenuti su larga scala entrò nel progetto e mise 50.000 dollari per acquisire il 10% delle azioni della nascente società.
A marzo del 2014 la stessa società aveva raccolto 100.000 CZK lanciando una semplice campagna di raccolta fondi su Indiegogo.
Attualmente tutto il team si è trasferito in Silicon Valley… segno evidente che il fatturato prodotto dall’intera industria fotografica in un anno (circa 24 Bilioni di dollari) è una tentazione a cui difficilmente i grandi investitori sanno sottrarsi…
Fripito è stato ideato da Jan Brezina – fotografo, viaggiatore e trainer certificato Adobe di origine ceca.
Dopo 6 mesi di sviluppo, il team era già pronto per lanciare questa nuova app dedicata al mondo del viaggio e della fotografia.
Ma per spiegare meglio il concetto che sta dietro Fripito, riporto fedelmente le parole del suo fondatore:
“Da molto tempo riflettevamo sul modo migliore per condividere le nostre esperienze di viaggio e il nostro know-how tecnico con gli altri fotografi in giro per il mondo.
Anche se oggi ci sono centinaia di gallerie online, social network, e servizi dedicati alla fotografia di viaggio… nessuno di questi in realtà incontrava i nostri desideri.
Così abbiamo deciso di creare una piattaforma progettata da fotografi per fotografi, uno spazio dove condividere informazioni aggiornate, esperienze di viaggio, e “segreti” tecnici da mettere a disposizione di tutti quei fotografi che un giorno si troveranno a pianificare un viaggio proprio in una certa parte del mondo e sentiranno l’irresistibile impulso di replicare proprio QUELLA foto.
Bene. Se acquisteranno la nostra guida, noi gli diremo esattamente come abbiamo fatto a scattarla (esposizione, composizione, lenti, ecc…)”.
In altre parole, Fripito risolve un problema che da sempre affligge i fotografi quando si trovano di fronte una foto fantastica e non possono NON chiedersi: ma come diavolo è riuscito a farla?
Ma non si ferma qui.
Connette questa “esigenza” tipica di chi ama la fotografia con l’amore e la passione per i viaggi che più o meno tutti i fotografi hanno, realizzando il progetto globale di guide turistiche per fotografi più innovativo del mondo.
Prima la fotografia.
Poi come è stata scattata.
Poi il luogo.
Infine l’itinerario.
Geniale, no?

Il concetto di base è: se posso condividere i miei segreti… ma non posso portare “fisicamente” con me ogni fotografo nello stesso luogo per mostrargli esattamente come ho fatto a scattare quella determinata foto… almeno posso realizzare una guida che lo faccia al posto mio!
Del resto lo spirito di questa Startup è ben riassunto nella homepage:
TRAVEL LIKE A PHOTOGRAPHER NOT A TOURIST
Fripito was made for photographers by local photographers.
It does not matter if you prefer your mobile phone camera, a point and shoot or top of the line DSLR.
Your experience does not matter either. What matters is to be in the right place at the right time, to catch the perfect light.
That is why you will find no dry descriptions of historical monuments and tourist spots in our guides.
What you will find are directions to quiet and interesting spots with instructions on how to capture their authentic atmosphere and spirit.
Come fotografo, puoi scegliere se realizzare tu stesso una guida da vendere sul loro sito (previa approvazione), oppure se agire da semplice consumatore.
Nel secondo caso, esistono due tipi di guide:
- Se acquisti le guide archiviate nella sezione “Inspiration”, riceverai informazioni pratiche di viaggio assieme ad altre 50 immagini, ciascuna con specifiche informazioni tecniche sul momento del giorno in cui è stata scattata, il tipo di attrezzatura usata, ecc…
- Se invece acquisti le guide archiviate come “Photo Guide”, riceverai in aggiunta anche una pianificazione dettagliata del tempo e degli orari, che ti aiuteranno a gestire meglio le tue escursioni nei luoghi da visitare per poter catturare la luce perfetta.
Come avrai notato da solo, anche in questo caso cambiano i protagonisti e i consumatori finali (non più imprenditori online, donne che vogliono riscoprire la propria sensualità, privati che vogliono vendere casa… ma fotografi in carne e ossa), eppure non cambia il concetto di fondo.
Conosci il tuo pubblico –> individua i suoi problemi e i suoi desideri –> soddisfali.
Questo è il segreto per diventare un fotografo moderno di successo senza più problemi di clienti e visibilità… e tanto tempo libero a disposizione da spendere in giro per il mondo alla ricerca dello scatto “perfetto”.

E tu che photopreneur sei?
Adesso sai perchè è del tutto inutile perdere il sonno mentre ti interroghi su quale sia il sito migliore per vendere le tue foto.
Fino a quando non ti sarai CONNESSO con i veri desideri e le reali esigenze del tuo pubblico… non sarai mai in grado di costruire un messaggio pubblicitario efficace e di impostare una comunicazione “emotiva” che parli dritto al cuore della tua audience.
La diffusione di smartphone e microstock ha alfabetizzato le masse sul valore delle immagini oggi, ed educato lo sguardo di miliardi di persone.
Questa “assuefazione” di massa (paradossalmente) ha fatto scivolare in secondo piano il valore prettamente “estetico” di un’immagine… proprio perchè la magia di un tempo non c’è più.
Non c’è più il senso dell’attesa.
Non c’è più il rito dello scatto.
Oggi siamo più portati a mettere Mi Piace su una foto che a comprala.
Il Mi Piace… Ci Piace…
… e Ci dà in qualche modo l’illusione di averla già comprata e consumata, quell’immagine.

Ma c’è una notizia davvero fantastica per tutti quei fotografi che invece di “vendere” solo il lato estetico di uno scatto metteranno al primo posto anche il lato “umano” dei loro clienti.
Il mercato non è mai stato così pieno d’opportunità per i fotografi moderni.
Metti l’umanità al centro del tuo business e il tuo business decollerà.

Condivido la tua visione. L’esperienza sulle piattaforme online è molto stimolante ed istruttiva come ispirazione e tecnica ma trascurabile sul piano commerciale, lì dialoghi con colleghi fotoamatori o fotografi, mai con il possibile compratore, che rimane un oggetto misterioso. Altro problema: come conciliare l’esigenza di seguire la volubile domanda di mercato con quella di crearti un tuo brand personale e riconoscibile? Sono ansioso di sentire le tue soluzioni!
Grazie e buona serata, Guido
Ciao Guido e grazie per il tuo commento.
Il brand “personale e riconoscibile” – dalla mia esperienza – non segue la volubile domanda di mercato ma i desideri, i bisogni, e le esigenze della nicchia di potenziali acquirenti a cui hai deciso di rivolgerti…
La domanda di mercato non è mai volubile se “ancorata” ai desideri delle persone e del tuo pubblico ideale…
Se conosci le leve emozionali che spingono il TUO pubblico ad investire in fotografia (e quindi nel tuo lavoro) non può esserci domanda volubile perchè non segui più i trend di mercato ma i VERI bisogni… del tuo mercato.
Spero di aver risposto.
Altrimenti non esitare a rispondermi…
PS: Comunque già dalla prossima settimana risponderò in modo approfondito a questa tua intelligente osservazione…
La chiave per vendere fotografia, oggi, sta proprio nella soluzione al problema (dilemma) che hai sollevato 😉
Ciao Luca, sono capitato sul tuo sito seguendo un commento su un altro blog. Sono arrivato in fondo a questo post e con fatica, dopo aver saltato i più disparati banner pubblicitari. Ho pensato di scriverti perché non capisco: parli di originalità, di darsi da fare, di inventarsi un modo nuovo… e poi concludi col consigliare un sito dove – in pratica – si copia altri che fotografano meglio di te. E copiare il loro metodo.
E questa sarebbe la strada giusta per avere successo nel business? Pensi realmente che essere liberi professionisti significhi “tanto tempo libero a disposizione da spendere in giro per il mondo alla ricerca dello scatto perfetto”? Mi dispiace sembrarti brusco… forse in parte lo sono, ma vorrei indurti in riflessione. Leggo molti post di questo tenore su Internet e l’impressione che ho è che così si continui a illudere la gente su come sia facile essere dei liberi professionisti. Vivere di fotografia non è per niente semplice.
Ci tengo ad una tua risposta.
Ciao Giulio, e benvenuto sul blog 😉
In tutta sincerità… mi stai mettendo in bocca pensieri e riflessioni che io non ho mai fatto in quest’articolo, nè tantomeno sul blog….
Cercherò pertanto di risponderti con ordine e per punti:
1)
I banner pubblicitari.
Lo so, possono dare fastidio, ma anche a me danno fastidio ad esempio blog (non necessariamente di fotografi) i cui articoli sono scritti con carattere 10 e quindi impossibili da leggere.
Così come altri siti fotografici (tanti) che magari ci mettono 30 secondi a caricare… e nel frattempo ti sei già bevuto 3 caffè.
Questa piattaforma è un progetto imprenditoriale a tutti gli effetti. Che piaccia o meno 😉
Comunque sto ristrutturando alcune elementi del sito, e quindi ti ringrazio di questa tua annotazione!
2)
Tu dici: “Ho pensato di scriverti perché non capisco: parli di originalità, di darsi da fare, di inventarsi un modo nuovo… e poi concludi col consigliare un sito dove – in pratica – si copia altri che fotografano meglio di te. E copiare il loro metodo.”
Il sito è stato da me segnalato perchè intercetta una precisa “domanda di mercato” LATENTE da parte dei fotografi. Magari non di tutti, ma di molti certamente…
Prendi i fotoamatori, o i freelance, o anche alcuni professionisti. Per mia esperienza (ma non solo mia) la curiosità di conoscere COME è stato realizzato un certo scatto è sempre stato un desiderio forte da parte di molti fotografi. Il che non significa “copiare” ma semplicemente prendere ispirazione.
In realtà, quello che trovo più interessante di Fripito è COME siano riusciti a intercettare una “precisa domanda di mercato” e COME poi siano riusciti a soddisfarla.
Esattamente il motivo che (secondo me) oggi allontana molti fotografi dal creare un’attività sostenibile e di successo.
Poi l’uso che se ne fa di Fripito è affar di ogni fotografo. Ma, ripeto, trovo quest’app geniale soprattutto per il marketing e il modello di business che c’è dietro.
Su questo blog infatti – come sai – non si parla di tecnica ma solo di marketing e business della fotografia 😉
È la mission con cui ho fondato “mercato fotografico”.
E, comunque, detto che non ci trovo nulla di male (tutt’altro) a prendere ispirazione da altri fotografi (lo hai fatto e lo continui a fare anche tu…), ripeto e ribadisco: ho citato Fripito perchè mette in relazione una precisa domanda di mercato LATENTE con un’offerta innovativa e unica nel suo genere.
Cioè, esattamente, il punto cruciale che secondo me oggi manca (a livello di marketing) a molti fotografi. Capire i bisogni e i desideri del proprio pubblico, e soddisfarli.
3)
Tu dici: “E questa sarebbe la strada giusta per avere successo nel business? Pensi realmente che essere liberi professionisti significhi “tanto tempo libero a disposizione da spendere in giro per il mondo alla ricerca dello scatto perfetto”?
E quando mai ho detto questo? Sarei un demente se lo pensassi… ma ciò non vuol dire che non possano esistere realtà che offrono dei servizi (vedi appunto Fripito) che si rivolgono alla fotografia di viaggio, fotografia che – per sua natura – è quasi sempre relegata al tempo libero di un fotografo, a meno che tu non sia un fotografo di reportage (o simile) a tempo pieno.
Onestamente, non mi sento affatto incluso, come dici tu, in “post su internet che continuano a illudere la gente”. Anzi, sono proprio all’apposto. Distante un miliardo di chilometri.
Ho fondato questa piattaforma per aiutare i fotografi a promuoversi meglio e guadagnare di più dalla propria arte. Se poi questo lo si scambia per “facili promesse”, consentimelo, non è affar mio.
Dall’altro lato, so benissimo che oggi vivere di fotografia non è facile. Come tutte le arti, direi.
Solo che a mio modo di vedere la fotografia è il vero linguaggio di oggi e del futuro, e quindi in giro ci sono davvero molte più opportunità per i fotografi vogliosi di ritagliarsi un proprio spazio… rispetto magari ad altre forme artistiche.
A patto – ovviamente – che si esca da quest’ondata di pessimismo cosmico che attanaglia alcuni fotografi navigati dopo i cambiamenti epocali che ci sono stati negli ultimi anni…
Io non mi fermo a riflettere sui problemi.
Io cerco soluzioni.
E a chi è interessato, fornisco la mia esperienza.
Basata sui miei successi.
Semplice.
Che poi questo possa piacere o meno ci sta, è nella natura delle cose.
Ma essere realisti non vuol dire dover essere anche pessimisti.
Si può essere realisti e al tempo stesso pro-attivi e pro-positivi. Anzi: si deve esserlo. Altrimenti le nuove generazioni di fotografi talentuosi con in mano un semplice smartphone (che piaccia o meno) presto soppianteranno altri professionisti ben più navigati. E in alcuni settori questo è già successo.
Io non sto dalla parte dei professionisti, nè dalla parte dei fotoamatori, nè dalla parte di chi vende sui microstock.
Io sto dalla parte dell’arte fotografica. E questa piattaforma è interamente dedicata al marketing della fotografia e ai nuovi modelli di business per fotografi. Non alla tecnica, nè a una categoria particolare di fotografi.
Puoi farti un giro più approfondito su questo sito per leggere altri articoli, se ti va e ne hai tempo, e comprendere tu stesso da solo che ciò di cui mi accusi (tra virgolette, ovviamente…) non ha nulla a che fare con ciò che hai letto e potrai mai leggere tra queste pagine.
Grazie per esser passato di qua e buoni scatti 😉
Ciao Luca, ho acquistato il tuo metodo “Cliente perfetto” e sicuramente la prospettiva con cui analizzi il mercato fotografico e la possibilità di vendere il prodotto o comunque vendere la tua professionalità è molto interessante.
Non sono un professionista, ma non ti nego che stò cercando di fare dei passi per poterlo diventare, ed ho cominciato a vendere stampe online tramite una piattaforma americana, che non stò qui a pubblicizzare, e tramite un mio sito diretto di ecommerce.
Elaborata la parte descrittiva del metodo che più o meno replica in linea generica il SEO tradizionale di qualsiasi sito web, dove invece troverei più utile avere materiale è la parte di analisi del cliente. Mi spiego meglio il mio caso specifico di sito che cerca di vendere artwork!
Una volta che ho lavorato sui titoli, le descrizioni le keywork rendendole vicine alle chiavi emozionali che potrebbero spingere il cliente a venire da te, il tutto viene demandato agli algoritmi di indicizzazione di google e alle attività di “spam” sui social a meno che non si ricorra agli strumenti a pagamento che ti permottono di selezionare un pubblico più mirato.
A questo punto il blocco che ho trovato io personalmente, è nell’identificare il cliente “perfetto” e non tanto dal punto di vista della “figura” intesa ad esempio come “donna sposata con figli”, ma dal punto di vista del punto di aggregazione. Una delle domande che chiedi di fare è “Dove si raggruppano come puoi raggiungerli”.. ecco quì penso arrivi, per chi come me non è così addrentrato nel mondo della fotografia, il grosso problema: dove trovare questo cliente?
Grazie
Giovanni
Ciao Giovanni e intanto grazie per la fiducia 😉
Mi sembra di capire che tu venda al momento stampe fine-art o simili su piattaforme online. In base a questo, parlando di punti di aggregazione, ti consiglierei di fare alcune ricerche in rete in merito a blog, magazine, siti di settore, forum frequentati da persone che amano acquistare prodotti fotografici/artistici di questo tipo.
Tale ricerca non può essere standardizzata… perchè ogni mercato e ogni fotografo ha le sue esigenze, e quindi ciò che vale per te come target di riferimento… magari non vale per altri.
Ed in ogni caso la “ricerca” non finisce mai…
Puoi anche ad esempio “simulare” delle finte campagne Facebook semplicemente iscrivendoti alla piattaforma e analizzare molto bene il campo “Interessi” delle inserzioni pubblicitarie… che ti dà sicuramente molti spunti interessanti su quelli che sono gli interessi delle persone.
Ad ogni modo… come ti spiegavo nei moduli… non è importante che tu abbia le idee chiare fin da subito. Quello che conta è aver instaurato una “forma mentis” e un approccio molto più “scientifico” a un mercato come quello fotografico fin troppo affollato e dispersivo.
Inoltre ti consiglio di ri-leggere molto bene il modulo dedicato alle nicchie d’oro… perchè certamente troverai degli spunti interessanti per non limitarti solo alla fotografia fine-art (o quantomeno per adattare lo stile fine-art ad alcune nicchie emergenti).
Per quanto riguarda la SEO… si. Volutamente non sono andato troppo a fondo nelle strategie di ottimizzazione perchè non era quello lo scopo del corso (e comunque avrebbe richiesto un corso a parte con altri costi). L’importante è capire le dinamiche che entrano in gioco quando si tratta di dover commercializzare la propria arte in un mercato molto affollato e competitivo.
A presto ;-))
Ciao, sono fotoreporter per quotidiani e parallelamente opero anche nel campo Wedding. Da tempo, prima ancora di acquistare i tuoi consigli ho in mente di rivolgermi ad una nicchia di coppie taglie forti diciamo ma sono sempre stato frenato dalla paura di urtare la sensibilità delle persone quindi non ho mai creato un sito ad hoc… Leggendo questo tuo articolo però, dove consigli il boudoir per donne in sovrappeso , mi hai risvegliato l’idea, tu cosa ne pensi? può essere buona come cosa?
Ciao Antonio
L’idea mi sembra ottima.
Taglie forti non vuol dire semplicemente “grasse” ma anche semplicemente “meno in linea” con i canoni estetici di bellezza imposti dai magazine e dai giornali.
Del resto… conosco molte donne che non vedono il loro sovrappeso come un problema… e quindi per loro saresti una soluzione.
Ricorda che non devi convincere tutti.
Ti basta lanciare il giusto messaggio a chi è già ricettivo.
Grazie per l’appoggio 🙂 , il vero problema forse sarà quello di creare un portfolio sul sito ( ho già le foto con liberatorie) dove le persone ritratte potrebbero risentirsi di essere nel catalogo di un fotografo specializzato in foto di coppie fuori dai canoni estetici non credi? Nel senso é vero che mi hanno cercato loro ma poi forse si ritroverebbero “etichettate” ed utilizzate e magari discriminate intrinsecamente… forse esagero? è questo aspetto che mi blocca un po…Devo forse improntare il sito in un modo alternativo? come consigliavi tu in altri post, cioè basarlo meramente sull’aspetto del contatto con il cliente e giocarmi tutto off line o con e mail? ma un minimo di foto sul sito di un fotografo ci vogliono credo… Un tuo consiglio mi sarebbe di grande aiuto. Grazie ancora attendo la risposta e ulteriori dispense o consigli da acquistare, a presto!
Se hai la liberatoria non hai problemi.
E il portfolio sul sito serve.
Poche immagini (da 20 a 40) e un messaggio chiaro.
Per il resto non mi farei troppe paranoie.
La differenza tra chi riesce e chi no è che i primi fanno, e non hanno paura di sbagliare… mentre i secondi passeranno tutta la vita a costruire castelli di idee fantastiche senza mai metterle in pratica 😉
Ciao, più che pericolo mi pare si tratti di opportunità, da te benissimo descritta. Ti ringrazio, mi hai risparmiato un sacco di tempo! Ora sta a me cercare di trovare il bisogno al quale rispondere…
Una domanda: mi sapresti consigliare qualche blog, forum che trattino di fineart? Ti ringrazio, Elena
Tra giungo e luglio riaprirò le iscrizioni alla Fine Art Photo Academy, la mia accademia rivolta nello specifico al mondo della fine-art in fotografia. Iscriviti alla mia newsletter per essere informata quando rilascerò le prime lezioni 😉
Spunti interessanti e motivi di riflessione validi, dubbi sul format che non prevede la data di pubblicazione (o aggiornamento) dell’articolo che paradossalmente inizia con ‘Oggi…’ ; oggi quando?
Interessante, proverò adapprofondire un po. Ho già intrapreso la strada del web per
vendere foto ma senza successo. Ora ho tempo da dedicare a questo perché sono in pensione.