La cruda (e spietata) verità che nessuno ha il coraggio di confessarti sulla post-produzione delle tue immagini e l’editing dei tuoi servizi fotografici

Vuoi evitare di trasformare la “post produzione foto” in un vero e proprio bagno di sangue (tradotto: in una invisibile ma inesorabile emorragia di denaro)??

Se la risposta è SI, allora questo articolo ti aprirà gli occhi su molti aspetti del lavoro di un fotografo a cui devi assolutamente prestare attenzione.

E che invece in tanti (troppi) sottovalutano.

 

Ma prima devo farti una confessione:

Si tratta di un argomento che non ho mai affrontato in modo approfondito, lo ammetto.
 
E solo adesso ho deciso di prenderlo di petto perchè continuo a vedere – e sentire in giro – troppi (TROPPI) cattivi consigli.
 
E dato che da sempre sono insofferente alle supercazzole travestite da verità… stavolta voglio dire la mia.
 
Fai però attenzione:
 
In quest’articolo non ti spiegherò come realizzare l’editing fotografico dal punto di vista tecnico. 
 
Perchè quello bene o male possono farlo in molti.
 
E sul web trovi gaziliate di articoli che ti spiegano come farlo.
 
Al contrario, ti spiegherò nel dettaglio come rendere remunerativa la post produzione foto.
 
Questione (a mio modo di vedere) molto più importante e critica per il successo di un’attività fotografica.
 
Andiamo però con ordine.

Riempire (o svuotare) il tuo portafoglio? 

Se mi segui già da un po’… sai bene che sono stato sempre intollerante verso tutto ciò che nel nostro settore non è orientato al sano e giusto profitto, ma solo alla chiacchiera da bar.
 
E la “post produzione foto” è proprio uno di quegli argomenti che si presta benissimo alla chiacchiera da bar fine a se stessa.
 
Quindi tagliamo subito la testa al toro e partiamo subito da un concetto tanto semplice quanto ignorato da una valanga di fotografi.
 

Vuoi far crescere ancor più rapidamente la tua attività di fotografo?

 
Se la risposta è SI… l’unico modo che hai è quello di focalizzarti sulle attività che davvero ti aiutano a crescere nel mercato fotografico.
 
E queste 3 attività sono:
 
  1. Lo shooting
  2. Il marketing
  3. La vendita
 
STOP.
 
Tutto il resto sono attività secondarie che nella maggior parte dei casi non producono profitti.
 
In pratica, possiamo suddividere le attività di un fotografo in 2 MACRO-CATEGORIE.
 
Le attività MONEY-ORIENTED e quelle EGO-ORIENTED,
 
Le prime sono strettamente correlate alla crescita dei tuoi profitti. Le seconde sono strettamente correlate alla crescita del tuo ego.
 
Tradotto:
 
Le prime riempiono il tuo portafoglio.

Le seconde lo svuotano (anche se spesso non te ne rendi conto, come nel caso della post produzione foto).

Vuoi una conferma quasi scioccante di questo?

Continua a leggere perfavore.

Quanto tempo dedichi ogni anno alla post produzione foto? Ecco come calcolare il TUO dato

Partiamo da un presupposto:
 
Fra le attività EGO-ORIENTED (cioè quelle in perdita) rientra certamente l’editing fotografico.
 
Segnati questo:
 

L’attività che succhia più tempo in assoluto ai fotografi e che al tempo stesso non produce quasi MAI lo stesso ritorno sull’investimento è proprio la post produzione.

 
Tradotto:
 
Ore e ore passate sui programmi di post produzione fotografica non farà crescere i tuoi margini di guadagno. Anzi li ridurrà (spesso anche di molto).
 
Domanda:
 
Perchè perdere così tanto tempo ritoccando le tue immagini quando invece potresti spenderlo per cercare nuovi clienti?
 
O magari per progettare nuove offerte ancora più accattivanti da lanciare sul mercato?
 
O magari per concepire nuovi prodotti da vendere… con margini di profitto molto più alti?
 
La questione è semplice:
 
Per ogni cliente in più che ti garantisci, alzi il tuo profitto.
 
Per ogni ora che spendi in più editando le tue foto, il tuo profitto resta lo stesso.
 
E in molti casi (se non ti sei fatto adeguatamente pagare anche per questo servizio) abbassa addirittura il tuo margine netto di guadagno. Anche se tu sei convinto di essere in profitto!!
 
Davvero. Non è più difficile di così.
 
Quindi spessissimo la post produzione foto si trasforma in una vera e propria emorragia “invisibile” di denaro.
 
 
 
GIÀ, MA PERCHÈ ACCADE QUESTO?
 
Di solito accade perchè moltissimi fotografi – nei preventivi fatti ai clienti – non conteggiano nel modo corretto anche il lavoro di post produzione fotografica.
 
Semplice.
 
Tuttavia… saper conteggiare nel preventivo il costo legato alla post produzione foto è una condizione necessaria ma non sufficiente.
 
Infatti, una volta conteggiato questo costo, devi anche essere in grado di saperlo “vendere” ai tuoi clienti.
 
E questo perchè – nella realtà dei fatti – molti clienti NON si sentiranno in dovere di pagarti anche questo costo extra durante la trattativa. 
 
 
 
Quindi la domanda è:
 

Come fermare questa emorragia “invisibile” di denaro?

Il primo passo è prendere coscienza di quanto ti sta davvero costando la post produzione fotografica, senza fare supposizioni.

E il modo migliore per riuscirci è mettersi a tavolino, lasciando che siano la carta e i freddi numeri a sbatterti in faccia la cruda verità.

Ad esempio di recente ho lanciato un sondaggio nel mio gruppo facebook privato (SHOOTERS).

Nel sondaggio ho fatto una semplice domanda:

Quante ore dedichi alla post produzione foto ogni anno?

Nel post davo anche alcuni suggerimenti per quantificare in modo abbastanza realistico questo dato.

SUGGERIMENTI

Puoi fare una stima settimanale. Esempio: se ogni settimana dedichi almeno un’ora, parliamo allora di circa 50 ore l’anno (un anno è composto da 48 settimane).
 
Oppure puoi fare una stima per foto. Esempio: se ogni anno produci circa 500 foto e dedichi almeno 20 minuti per foto, allora parliamo di 10.000 minuti – cioè 416 ore (10.000/24).
 
Ricorda però che una volta calcolato il dato finale… devi fare sempre una verifica di attendibilità.
 
Esempio: se hai usato la stima settimanale per il calcolo, e ti viene fuori come dato 100 ore l’anno… ricorda che 100 ore (che possono sembrare già tante) sono in realtà si e no 12 giornate piene da 8 ore.
 
Quindi se alla fine ti rendi conto che 12 giornate da 8 ore all’anno sono troppo poche rispetto al tempo che effettivamente dedichi alla post produzione foto… devi ovviamente ritoccare verso l’alto il vecchio dato che avevi calcolato.

Fatto?
 
Bene.
 
Adesso puoi confrontare il tuo dato personale che hai appena calcolato con i risultati emersi dal sondaggio che ho lanciato nel mio gruppo facebook.
 
Sei pronto?

Alcuni dati “scioccanti” che fotografano bene la realtà

Come puoi vedere dall’immagine qui sotto, i risultati sono stati questi:

post produzione foto sondaggio gruppo facebook shooters

Adesso fermiamoci un attimo e analizziamo i risultati:

  • Il 51% dedica all’anno tra le 500 e le 1.000 ore
  • Il 25% dedica all’anno oltre 1.000 ore
  • L’11% dedica all’anno fino a 500 ore
  • Il 10% dedica all’anno fino a 100 ore
  • Il 3% dedica all’anno fino a 300 ore

Sintetizzando:

L’87% dei fotografi interpellati dedica ogni anno alla post produzione fotografica un tempo che va dalle 500 ore… fino ad oltre le 1.000

E per esperienza personale ti dico che questo dato è assolutamente realistico e verosimile.

post produzione foto commento

post produzione foto commento

post produzione foto commento

Come puoi vedere inoltre da alcuni commenti “significativi” che ho estrapolato:

  • Per alcuni fotografi la post produzione fotografica occupa anche il 50% del lavoro
  • Per altri si può arrivare anche a 4/5 ore per singola foto

Ora:

Perchè ti sto mostrando tutto questo? Facciamo alcune rapide simulazioni.

Ammettiamo che come fotografo hai una tariffa oraria di 100€.

APERTA PARENTESI

100€ l’ora può sembrare una tariffa alta… ma ti assicuro che per un fotografo professionista a tempo pieno non lo è affatto.

Anzi: diciamo pure che è bassina.

CHIUSA PARENTESI

Dicevamo quindi:

Con una tariffa oraria di 100€:

  • Se dedichi alla post produzione foto almeno 500 ore l’anno, quest’attività ha un costo per te di (500X100) = 50.000€
  • Se dedichi alla post produzione foto almeno 1.000 ore l’anno, quest’attività ha un costo per te di (1.000X100) = 100.000€

Non vado avanti perchè tanto ci siamo capiti. Stiamo parlando di cifre belle grosse.

E anche se avessi una tariffa oraria di 50€ (molto più che bassa per un professionista full-time), sempre in riferimento alle simulazioni appena fatte il costo totale dell’attività di post produzione sarebbe compreso fra i 25.000€ e i 50.000€ l’anno.

Tutt’altro che bruscolini.

Ora: dove sta il problema?

Il problema è che sono pochi (o pochissimi) i fotografi che si fanno pagare in modo adeguato anche questo tempo.

Nella maggior parte dei casi:

(1)

Molti non fanno pagare la post produzione foto.

(2)

Molti altri stabiliscono delle cifre forfettarie che comunque sono ben al di sotto di quello che in realtà dovrebbero chiedere in base al proprio costo orario.

Quindi – lo ripeto – stiamo parlando di una vera e propria emorragia “invisibile” di denaro.

A questo punto la domanda è:

Come puoi davvero trasformare l’editing fotografico da attività “in perdita”… ad attività “in profitto”?

 
La risposta è:
 
Delegando.
 
Cioè affidando il lavoro di post produzione fotografica ad altri.
 
Ma prima di capire COME delegare nel modo corretto… vediamo quando puoi davvero evitare di delegare l’editing fotografico.
 
E quindi – in parole povere – quando puoi fartelo da solo.

In quali casi puoi fare l’editing fotografico da solo, senza delegare?

A mio modo di vedere in 3 casi.
 
Se rientri in almeno una di queste 3 categorie, puoi smettere subito di leggere quest’articolo.
 
(1)
Se sei uno di quei fotografi che edita le sue immagini in modo super-veloce (massimo 2 minuti per foto), e che soprattutto non sottrae questo tempo alle attività MONEY-ORIENTED.
 
Però attenzione:
 
Devi saper conteggiare molto bene i costi legati alla post produzione foto. E soprattutto (come già ti spiegavo): devi saperla “vendere” ai clienti.
 
E per mia esperienza moltissimi fotografi lasciano un bel po’ di soldi sul tavolo quando devono conteggiare (e vendere al cliente) il lavoro di post produzione fotografica.
 
Anche se magari sono convinti di essere bravissimi in questo.
 
(2)
La seconda categoria che può evitare di delegare la post produzione foto sono quei fotografi che vendono le proprie opere quasi esclusivamente nel mercato dell’arte (gallerie, musei, collezionisti, fiere).
 
Questo è vero soprattutto nel caso in cui la post produzione fotografica rientra nel processo di creazione artistica vera e propria.
 
E quindi è giusto che tale compito venga svolto dall’artista in persona. Cioè il fotografo.
 
(3)
Infine… puoi evitare di delegare il fotoritocco se sei uno dei tanti fotografi amatoriali che non vogliono vivere di fotografia.
 
In tal caso, continua pure a spendere ore e ore nell’editing delle foto e sui programmi per fotoritocco.
 
Tanto non devi camparci col mestiere di fotografo.

Come delegare la post produzione foto nel modo corretto

Se invece NON rientri in nessuna delle 3 categorie che abbiamo appena visto… allora la lettura di quello che segue è OBBLIGATORIA.
 
Anzi: è consigliata dal tuo medico curante.
 
Il tuo medico non te l’ha ancora prescritto… ma io so già che lo farebbe.
 
Quindi tranquillo: hai già il suo ok.
 
La regola è semplice:
 
Dovresti demandare e delegare “a terzi” il lavoro di post produzione fotografica.
 
Almeno nel 95% dei casi.
 
(lasciando quindi per te solo quel 5% di immagini che richiedono un complesso e articolato lavoro di post produzione – ossia un tempo di editing per singola foto che va dall’ora fino anche alle 4/5 ore… e più).
 
Così facendo libererai davvero il tuo tempo per le attività MONEY-ORIENTED.
 

A questo punto immagino già cosa starai pensando:

 
Luca… ma se devo pagare altri per fare la post produzione delle foto, ci rimetto dei soldi! Come puoi affermare che vado in profitto?
 
ALT. 
 
Ti fermo subito.
 
Se stai pensando questo sei completamente fuori strada, amico mio.
 
E per 2 motivi.
 
Primo:
 
Se ti sei fatto pagare dal cliente anche la post produzione foto, in realtà non dovrai fare altro che destinare la quota della fattura che compare sotto la voce “POST PRODUZIONE FOTOGRAFIA” a chi si occuperà di svolgere il lavoro.
 
E in alcuni casi, se il costo del tuo “foto-ritoccatore” è inferiore alla somma versata dal cliente per la post produzione foto… tu andrai comunque in profitto. Al più vai in pareggio.
 
(ancora una volta: “farti pagare bene dai clienti” rientra nella vera e propria fase di vendita e negoziazione; se sei interessato ad approfondire meglio l’argomento… te lo mostro nel dettaglio QUI.
 
Secondo:
 
Ricorda sempre che stai liberando il tuo tempo.
 
E che il tempo è denaro.
 
Quindi se userai il tempo che avrai liberato dalla post produzione foto per destinarlo alle vere attività MONEY-ORIENTED (che abbiamo visto essere 3: shooting, vendita, marketing)… ecco che quelle ore/giornate diventeranno in automatico dei nuovi centri di profitto.
 
Centri di profitto che prima non avevi.
 
Ovviamente questo ragionamento vale se vuoi avere un approccio imprenditoriale alla professione di fotografo.
 
L’unico vero approccio che OGGI ti garantisce una lunga prosperità in questa industria.
 
Bene.
 
Chiarito questo punto… cerchiamo adesso di capire come delegare nel modo corretto l’attività di post produzione foto.
 
Negli anni ho testato 3 soluzioni differenti.
 
Ma solo una di queste si è rivelata davvero vincente.
 

E manco a dirlo… stiamo parlando della soluzione più contro-intuitiva in assoluto. 

Andiamo però con ordine.
 
Cominciamo dalla prima soluzione che ho testato.

Soluzione (1) – Affidarti a servizi di fotoritocco online

All’inizio ho iniziato a delegare affidando la post produzione alle più note aziende online che offrono servizi di editing foto.
 
Tra queste:
 
 
E certamente dimentico qualche altro servizio.
 
Problema che ho riscontrato in tutti questi servizi:
 
La prima volta ero molto soddisfatto.
 
Le altre volte molto contrariato.
 
Il motivo?
 
Non importa quanto sei stato preciso e dettagliato nell’esporre il tipo di post-produzione che desideri.
 
Non importa quanti appunti abbiano preso i “ritoccatori” dall’altra parte.
 
Non riuscirai mai ad ottenere lo stesso stile di post produzione desiderato perchè questi servizi online ruotano di continuo il proprio team di ritoccatori.
 
Quindi sarai sempre costretto a ripetere le stesse cose (o specificarle meglio) ogni tre per due.
 
Senza mai poter contare sullo stesso “ritoccatore” di fiducia ormai formato da te e soprattutto testato sul campo.
 
Più vai avanti… più il tempo che impieghi a rispiegare ogni volta le stesse cose compensa il tempo che risparmi delegando l’editing fotografico.
 
Sentenza: rimandati.
 

Soluzione (2) – Affidarti a collaboratori che provengono dal mondo della fotografia

La seconda strada che ho tentato è stata quella di assumere una persona (a ore) per svolgere questo lavoro.
 
Ho testato 3 persone negli anni. Tutte provenienti dal mondo della fotografia.
 
Collaboratori quindi che erano già fotografi… o che in qualche modo erano familiari con i vari programmi per post produzione fotografica.
 
Di solito cercavo queste figure facendo delle semplici ricerche su google, digitando frasi del tipo:
 
  • post produzione photoshop
  • post produzione lightroom
  • cerco lavoro come post produzione
  • lavoro post produzione fotografica
 
Operando in questo modo Google restituisce anche una serie di portali, forum di settore o blog dove puoi trovare persone alla ricerca di un lavoro nella post produzione.
 
Ma anche in questo caso ho riscontrato un problema comune.
 
Alla fine dei conti… questi collaboratori tendevano sempre a seguire “un po’ di più” il loro stile e i loro gusti.
 
E quindi ero sempre costretto a rimetterci mano.
 
Intendiamoci: questa seconda soluzione si è rivelata decisamente migliore rispetto alla prima (quella cioè di affidarsi a servizi esterni) ma non ero ancora completamente soddisfatto.
 
Sentenza: promossi con (molta) riserva.
 

Soluzione (3) – Affidarti a collaboratori che non provengono dal mondo della fotografia

Alla fine sono giunto alla conclusione che se vuoi davvero che qualcuno faccia le cose come vuoi tu (al 100%) devi formarla tu stesso.
 
Quindi:
 
Non devi basarti su quanta esperienza già abbia nella post produzione foto.
 
Anzi… paradossalmente è meglio che il tuo collaboratore non ce l’abbia proprio questa esperienza, così evita di “interpretare a modo suo” anzichè “eseguire fedelmente”.
 
Quindi, ripeto:
 
LA FORMAZIONE È LA CHIAVE.
 
Perciò… come mi sono mosso?
 
Ho deciso di formare la mia compagna che si occupa della gestione fiscale di tutte le mie attività… e che fino a quel momento non aveva MAI APERTO nessun programma per fotoritocco.
 
NESSUNO.
 
Lei non si considera un’artista, una fotografa, o una creativa.
 
Lei è semplicemente una persona infallibile nel tenere traccia di obiettivi, scadenze, e numeri.
 
E finalmente ho trovato la quadra.
 

L’errore che vedo fare da molti fotografi è quello di assoldare altri fotografi (o persone con velleità “creative”) per svolgere questo compito.

 
A mio modo di vedere (nel 95% dei casi, tranne alcune eccezioni che abbiamo già visto in precedenza) non c’è niente di più sbagliato.
 
Ricorda:
 
L’obiettivo della post produzione fotografica deve essere uno e soltanto uno:
 
Svolgere il compito esattamente come lo vuoi tu, nel minor tempo possibile, e senza rubare il tuo tempo (tranne che per la fase di revisione finale).
 
STOP.
 
Quindi: a meno che la post produzione foto non sia parte integrante del tuo lavoro di fotografo e non possa essere delegata…
 
(esempio: sei un artista che vende tramite le gallerie e la post produzione fa parte dell’intero processo creativo)
 
… in tutti gli altri casi è possibile (e anzi quasi obbligatorio) delegarla.
 
Tanto per essere ancora più chiaro:
 
Hai bisogno di qualcuno che sia in grado di macinare SESSIONI FOTOGRAFICHE SU SESSIONI in modo veloce e soprattutto (concetto sottile ma molto importante) senza annoiarsi.
 
E se finisci col delegare ad un fotografo o ad una persona con velleità artistiche… quella persona prima o poi si annoierà ad eseguire fedelmente le tue direttive.
 
Perchè sentirà di essere solo un mero “esecutore” e non un “artista del ritocco”.
 
In altre parole: si sentirà “sminuito” nel suo ruolo.
 
E cosa accade quando le persone si annoiano o si sentono sminuite?
 
Lavorano male, svogliate, e dopo un po’ ti dicono “ciao ciao” e se ne vanno.
 
Col risultato finale che tu sarai costretto a perdere di nuovo altro tempo cercando la persona giusta.
 
Ergo: continuerai a sottrarre tempo alle attività MONEY-ORIENTED a scapito di quelle EGO-ORIENTED.
 
Già… ma come formare davvero qualcuno per l’editing fotografico?
 
Te lo spiego nel prossimo punto.
 
post produzione foto editing fotografico computer

Come formare il tuo “ritoccatore di fiducia” nel modo corretto 

Il processo si divide in 3 fasi:
 
STEP 1:
 
I primi 2 giorni il nuovo collaboratore dovrebbe passarli solo ed esclusivamente ad osservare TE che editi le immagini.
 
In questa fase deve solo prendere note e tanti appunti.
 
Ricorda: non devi fargli un corso accelerato e iper-completo riguardo la post produzione in fotografia.
 
Devi semplicemente mostrare al tuo collaboratore le tecniche e i comandi che tu usi nel 95% dei casi (in base al tipo di fotografia che offri e alla tipologia di clienti che tratti).
 
Nella maggior parte dei casi si tratta infatti di operazioni ripetitive e standardizzate.
 
STEP 2:
 
Nei successivi due giorni dovresti lasciare al tuo collaboratore il controllo della tastiera.
 
In questa fase devi semplicemente guidarlo su come usare le varie tecniche di post produzione fotografica (e mostrargli dove trovare di volta in volta le risorse necessarie all’interno del programma per fotoritocco che usi).
 
STEP 3:
 
In quest’ultima fase lasci fare tutto a lui/lei… con te a fianco che fai da guida e correggi gli eventuali errori.
 
È importante che non sia mai tu a dirgli cosa fare… ma lasciare sempre a lui/lei la scelta sulla direzione da prendere (correggendolo se sbaglia o dandogli dei consigli se si trova bloccato).
 
(IMPORTANTE)
Non è necessario che il tuo “ritoccatore” di fiducia lavori con te nel tuo stesso studio o location.
 
Dopo il periodo iniziale di formazione (che deve essere necessariamente fianco a fianco come ti ho mostrato), il ritoccatore può lavorare anche 1.000 KM di distanza.
 
No problem.
 
Quindi il mio consiglio personale è:
 

Se vuoi delegare la post-produzione (e dovresti farlo, almeno nel 95% dei casi) la tua ricerca deve essere orientata a trovare persone che eccellono nella realizzazione veloce e puntuale di operazioni “ricorrenti” piuttosto che persone che abbiano già un background da fotografo o delle velleità artistiche.

 
I primi (una volta adeguatamente formati) diventeranno delle macchine da guerra “no-stop” per l’editing delle foto, e ti libereranno di un sacco di tempo.
 
I secondi (il più delle volte) cercheranno di sostituire i loro gusti ai tuo (anche se adeguatamente formati). E ti faranno perdere molto più tempo.
 
Oltretutto c’è un altro aspetto da considerare:
 
I secondi in qualche modo “si offenderanno” se proverai ad istruirli sulle operazioni da svolgere con il programma di fotoritocco. E questo proprio perchè loro si considerano già “istruiti” e “formati” in questo campo.
 

Ecco il tipico scenario di chi sa già usare un programma per fotoritocco.

 
TU:
 
<< Allora per fare questo devi… >>
 
LUI/LEI:
 
<< Si questa cosa la conosco già, non preoccuparti, andiamo pure avanti. >>
 
TU:
 
<< OK… andiamo avanti >>
 
(decidi quindi di non approfondire il discorso per non urtare la sua suscettibilità)
 
UNA SETTIMANA DOPO (A LAVORO FINITO)
 
TU:
 
<< Scusa ma NON è come ti avevo chiesto. Mi avevi detto che questa cosa già sapevi come farla, e invece… >>
 
LUI/LEI:
 
<< Ah ok, ma io pensavo che… >>
 
Ecco. Ed è proprio quel “MA IO PENSAVO CHE…” che ti farà perdere un sacco di altro tempo e che ti costringerà nuovamente a formarlo…
 
Fino al prossimo “MA IO PENSAVO CHE…”
 
(che ci sarà ancora, fidati, proprio perchè lui/lei – avendo un background da fotografo o delle velleità artistiche – non vorrà MAI davvero essere istruito da te sulle cose che pensa di conoscere già).
 
E soprattutto perchè lui/lei sarà sempre molto più concentrato sul risultato artistico che più lo soddisfa (per non annoiarsi) piuttosto che sul completamento SPIETATO E RIPETITIVO di tasks noiosi ma essenziali.

Come pagare il collaboratore che si occuperà della post produzione foto?

In tal senso, la soluzione più diffusa è quella di stabilire una tariffa oraria.

Della serie:

Lavori TOT ore, ti pago TOT ore.

La criticità però in questo tipo di retribuzione è che il tuo collaboratore non è incentivato a lavorare più velocemente.

Se in 2 ore di tempo produce 30 immagini fatte e finite oppure 100 immagini fatte e finite… il tuo collaboratore NON è incentivato a macinare di più.

Ecco perchè io preferisco sempre la seconda strategia… e cioè quella di retribuire il lavoro di post produzione foto in base al numero di immagini realmente editate.

Esempio:

Ti pago X euro per ogni foto. E in più, se completi l’editing fotografico entro X ore (o giorni) ti pago un bonus aggiuntivo.

Questa strategia è molto più efficiente del semplice pagamento orario… perchè così facendo il FOCUS di chi si occupa della post produzione foto non è più sul tempo ma sul risultato finale (e soprattutto sull’efficienza, cioè la velocità con cui riesce a portare a termine il compito che gli hai assegnato).

NOTA

A proposito della tariffa oraria.

In generale ricorda che come fotografo tu non dovresti MAI farti pagare ad ore o a giornata, e che soprattutto il tuo costo orario non deve mai comparire nel preventivo che fai al cliente.

Tirando le somme…
 
Non aver paura di delegare la post produzione foto… ma soprattutto non aver paura di ricercare il tuo collaboratore AL DI FUORI dell’industria fotografica.
 
Anche se questo collaboratore, in vita sua, non ha mai toccato un singolo programma per fotoritocco.
 
Piuttosto… se puoi, orienta la tua ricerca verso persone molto brave a portare a termine operazioni ricorrenti in modo puntuale e veloce, e che soprattutto sono degli esecutori spietati delle tue direttive (non degli interpreti creativi).
 

8 commenti su “La cruda (e spietata) verità che nessuno ha il coraggio di confessarti sulla post-produzione delle tue immagini e l’editing dei tuoi servizi fotografici”

  1. Molto esplicativa la faccenda dell’editing. Sarei interessata che qualche professionista me la insegnasse per collaborare attivamente. Amo le immagini e amo ribaltare a volte il tutto. Ci gioco, non so usare programmi ma provo interesse per questa attività. Potrebbe divenire un lavoro e farmi uscire dalla disoccupazione

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    • Quindi sostanzialmente, dopo tutto quello che dico e spiego nell’articolo… l’unica deduzione logica è che tutto alla fine si riconduce a sottopagare la mia compagna? Scherzi o fai sul serio?

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